Uccisione dell’orsa Amarena, l’OB Lazio-Abruzzo: “Ancora lontana serena convivenza tra uomini, animali ed ecosistema”

L’uccisione dell’orsa Amarena ha rappresentato per tutti un momento di grande tristezza.
L’avevamo lasciata qualche giorno orsono a San Sebastiano dei Marsi mentre, da perfetta e premurosa mamma, accompagnava i suoi due cuccioli tra le vie del paese, incurante della presenza degli umani, quasi a dimostrazione che stesse avvenendo un miracolo inaspettato di sano rispetto e convivenza tra uomini e animali selvatici.
Orsa Amarena era diventata il simbolo dell’Abruzzo ma anche il simbolo di un imminente cambiamento nel modo di pensare, una nuova visione del mondo e dell’ecologia che poteva avverarsi da un momento all’altro.
Poi, violentemente, gli spari contro l’orsa più famosa d’Italia, i cuccioli dispersi e un’intera comunità e nazione completamente sconvolta e incredula.
Per l’Ordine dei Biologi del Lazio e Abruzzo quanto accaduto “è la dimostrazione che purtroppo è ancora lontana la serena convivenza tra l’uomo e l’ecosistema che lo circonda“. “Sono rimasti appena 60 esemplari di Orso Bruno Marsicano“, spiega la presidente dell’OB Lazio-Abruzzo, dott.ssa Daniela Arduini “Ci sono programmi di tutela e conservazione da parte dei Parchi Nazionali e di vari Enti ed Istituzioni per la salvaguardia di questa specie in via di estinzione: tuttavia non mancano criticità sul territorio, come la paura che i plantigradi suscitano in molti cittadini quali si sentono minacciati. Bisogna ancora lavorare moltissimo sull’educazione e la sensibilizzazione: è possibile giungere ad una pacifica convivenza tra uomini e orsi. Amarena ne era un esempio”.
Per la delegata dei Biologi per l’Abruzzo, dott.ssa Piera Lisa Di Felice, l’uccisione dell’orsa Amarena “rimane un fatto gravissimo che poteva essere evitato”.
“L’ orso bruno marsicano è una sottospecie dell’orso bruno. Secondo alcuni esperti questo diverso tipo di comportamento potrebbe derivare proprio dalla provenienza dagli orsi sloveni degli esemplari presenti in Trentino: gli orsi sloveni sono abituati a un territorio poco antropizzato, con poca probabilità di incontrare esseri umani e possono quindi manifestare un atteggiamento meno tollerante in caso di incontri. Gli orsi marsicani invece vivono da sempre in luoghi molto antropizzati e sono riusciti a sopravvivere solo quelli più mansueti che hanno tramandato alla loro prole questo atteggiamento più schivo. Auspichiamo che il triste sacrificio dell’orsa Amarena rappresenti un monito e serva da sprone per attuare misure sempre più mirate e concrete volte a favorire la convivenza tra l’uomo ed il plantigrado”.