Covid, Mattarella premia le professioni sanitarie per l’impegno nella lotta al virus. D’Anna (Biologi): “Riconoscimento a chi ha operato in favore dei malati”

“La medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica è un riconoscimento di grande significato, che onora le Federazioni e i Consigli nazionali degli Ordini sanitari e sociosanitari e tutti i professionisti che, anche durante la pandemia, non hanno mai fatto mancare la loro presenza, la loro assistenza e la loro vicinanza alle persone. È un riconoscimento al massimo impegno e al sacrificio di tutti i professionisti della Sanità e del Sociale che, insieme, hanno difeso la salute dei cittadini. La medaglia d’oro del Capo dello Stato è uno stimolo e un incoraggiamento molto importante, per il quale ringraziamo il Presidente Sergio Mattarella e il Ministro della Salute Orazio Schillaci”.

Questo il commento delle Federazioni e dei Consigli nazionali degli Ordini sanitari e sociosanitari per il conferimento della medaglia d’oro al “merito della sanità pubblica” da parte del Capo dello StatoSergio Mattarella, quale riconoscimento dell’impegno degli operatori sanitari, durante gli anni della pandemia da Covid. Ovviamente tra i “premiati” c’erano anche i “camici bianchi” della FNOB (Federazione degli Ordini regionali dei Biologi), rappresentanti dal loro presidente, sen. Vincenzo D’Anna.

Si tratta di un “gesto di grande significato, che onora tutti quei professionisti che, nei mesi bui della pandemia, non hanno fatto mancare la loro presenza, operando in favore dei malati e nel campo della ricerca scientifica” ha sottolineato D’Anna, ringraziando “il Capo dello Stato e il ministro della Salute Orazio Schillaci” per “aver riconosciuto, in maniera così solenne, l’impegno ed il sacrificio dei tanti uomini e donne della Sanità e del Sociale che, insieme, si sono prodigati, anche a sprezzo del pericolo, per la salvaguardia della salute dei cittadini“.

“Dedichiamo questa medaglia – hanno proseguito, dal canto loro e all’unisono, le Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini sanitari e sociosanitari – a chi ha sofferto, a chi soffre e a tutti i professionisti che, con la loro attenzione e partecipazione, hanno aiutato ad arginare la pandemia con comportamenti coscienziosi, virtuosi ed altamente professionali. La medaglia è un riconoscimento per onorare la memoria di chi non c’è più, ma anche per testimoniare ancora una volta la continuità della forza delle nostre professioni nel difendere un diritto, quello della salute, che trae fondamento dalla Costituzione, dove, ai cittadini si riconosce pari dignità: tutti uguali davanti alla legge, senza distinzione di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Nei momenti di maggiore difficoltà – hanno affermato ancora –  come prescritto anche dai nostri Codici deontologici, noi professionisti abbiamo diffuso e difeso il sapere scientifico; sostenuto e reso possibile la campagna vaccinale; divulgato tutte le indicazioni per difendere e assicurare la salute delle persone, intesa come dimensione bio-psico-sociale; sostenuto e accompagnato chi era più vulnerabile; supportato il Paese sviluppando e attuando misure di prevenzione; abbiamo rispettato la vita e la morte dei nostri assistiti. Questo importantissimo riconoscimento, ora conferma che sostenere, nella sua interezza e complessità, il nostro Sistema salute, e garantire il nostro Servizio sanitario nazionale sia possibile solo con un impegno costante, competente, multidisciplinare e sinergico”.

“I professionisti della salute – hanno concluso Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini sanitari e sociosanitari – sono stati ogni attimo accanto a chi soffre e ha sofferto nella pandemia, hanno messo in essere interventi autonomi che hanno fatto la differenza, e questo importantissimo riconoscimento ne è testimonianza. Ora, vogliamo consolidare la nostra vicinanza, le nostre competenze e la nostra prossimità con lo sviluppo vero non solo della professionalità e della responsabilità nei confronti delle persone, ma di un sistema che preveda regole nuove e visioni nuove, in linea con gli altri sistemi Europei, in cui si affermi il principio che sono stati i professionisti a essere l’avamposto per la tutela della salute dei cittadini e che devono continuare a esserlo”.