In riferimento al Protocollo di Intesa che l’Amministrazione Capitolina ha siglato lo scorso 7 febbraio c.a. con il Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Roma, Rieti e Viterbo, per la collaborazione alla promozione, tutela e valorizzazione del patrimonio arboreo e verde sia su strada, sia nei parchi pubblici e nelle aree verdi di Roma, l’Ordine dei Biologi di Lazio e Abruzzo ritiene di precisare, a tutela della propria categoria, che le competenze oggetto di questo accordo afferiscono alla figura del Biologo Ambientale, ai sensi dell’art. 3 L. n. 396,
24 maggio 1967 e dell’art. 31 DPR n. 328 del 5 giugno 2001.
LA FIGURA DEL BIOLOGO AMBIENTALE
Il Biologo Ambientale infatti è un professionista che ha incentrato la propria preparazione accademica e professionale sulle tematiche che riguardano l’ecologia, il monitoraggio degli ecosistemi, sia naturali che artificiali, il risanamento ambientale, la biodiversità animale e vegetale, sia terrestre che acquatica, garantendo la tutela dell’ambiente, della salute pubblica e di quella degli ecosistemi (salubrità delle acque, identificazione di agenti
patogeni di animali e piante, valutazione della stabilitĂ arborea, analisi fitoiatriche e fitopatologiche, contrasto alle specie aliene, lotta agli agenti infestanti, per citare qualche esempio).
PECULIARITA’ NON RICONOSCIUTE
Datasi quindi l’elevata complessitĂ degli ecosistemi e dei sistemi viventi, che per essere gestita, tutelata e preservata, anche per le generazioni future, necessita di specifiche competenze che si ritiene che siano notoriamente conosciute quali essere proprie del Biologo professionista, e nello specifico di quello che opera nel settore ambientale, non si comprende il motivo per cui queste peculiaritĂ , che sono a garanzia di una resa operativa e pratica di grande risultato, non solo non sono state riconosciute, ma non sono neanche state prese in considerazione quando si tratti di realizzare un obiettivo di così grande importanza per la collettivitĂ e per il miglioramento ambientale e della qualitĂ della vita quale è quello della corretta gestione del verde urbano e del patrimonio arboreo della cittĂ di Roma.
BIOLOGIA, SCIENZA RIVOLUZIONARIA
Non possiamo permettere che venga ignorato, soprattutto da parte di una Amministrazione pubblica, che la Biologia è una scienza che vanta secoli di storia e che ha rivoluzionato il modo di concepire la Natura e che oggi, nel Terzo Millennio e con tutte le problematiche ambientali che sono ormai di comune conoscenza, il ruolo del Biologo Ambientale, proprio sui temi di propria competenza, sia stato ignorato.
GLI INSEGNAMENTI DI GEDDES E SHIGO
Riteniamo infatti che i Biologi Ambientali, per la loro professionalitĂ e per le competenze complete e specifiche nell’ambito della conoscenza, gestione e tutela degli ecosistemi ambientali (inclusi quelli presenti nei grandi ambienti urbani) possano contribuire efficacemente alla salvaguardia e alla cura delle essenze vegetazionali presenti in ambito urbano, così come alla scelta di quali siano le specie vegetali autoctone da utilizzare in caso di messa a dimora nella progettazione e conservazione di aree verdi urbane, sia su strada che all’interno dei giardini e dei parchi cittadini, al fine di ricreare dei sistemi vegetali che siano tipici dell’habitat in cui vengono inseriti, a garanzia delle corrette interazioni tra organismi ed ambiente circostante, sulla scia degli insegnamenti del Botanico scozzese Patrick Geddes e della sua “cittĂ che evolve” e di quelli del Biologo americano Alex Shigo, il padre della moderna arboricoltura, che ci ha insegnato che “Un albero è molto piĂą di un semplice pezzo di legno morto. Gli alberi sono esseri viventi, che sono in attivitĂ durante tutto l’anno“.
Contributo scritto dalla dott.ssa Daniela Pascucci, componente del Collegio dei Revisori dell’Ordine dei Biologi del Lazio e dell’Abruzzo (OBLA)