Sono 171, ad oggi, i medici morti in Italia dopo aver contratto il coronavirus. Insieme a infermieri e operatori sanitari, in prima linea contro l’emergenza coronavirus, si sono spesso trovati a esercitare senza gli adeguati dispositivi di protezione, finendo per contrarre a loro volta l’infezione. Dallo scoppio dell’epidemia sono 29.476 i sanitari contagiati, il 12,3% del totale: la fondazione Gimbe però denuncia che dal 4 maggio al 30 giugno se ne sono contati 7.596, cioè il 26,5% del totale dei positivi. Tuttavia, i dati analitici per Regione risalgono al mese di aprile: il think tank, che si occupa di ricerca in ambito sanitario, punta quindi il dito contro “l’ennesimo buco nero su una delle principali determinanti dei contagi nel nostro Paese”.
“Gli operatori sanitari in questi mesi hanno pagato un prezzo molto alto, condizionando anche l’evoluzione dell’epidemia. Infatti, oltre alla riduzione della forza lavoro, gli operatori sanitari contagiati sono divenuti inconsapevoli veicoli di infezione, in particolare dei pazienti più fragili”, afferma Nino Cartabellotta, presidente della fondazione.